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Covid-19, BTP Italia ed Europa al tempo dei socials

Accomunare riflessioni sulla Pandemia, BTP Italia ed Europa può sembrare uno Zibaldone, non nel significato nobile Leopardiano, ma in quello riduttivo di pensieri senza alcun nesso logico tra loro.
Non è così.

Il filo logico che lì lega è costituito dalla (dis)informazione esercitata da una pletora di mezzi di comunicazione e più specificamente dai socials. In sintesi dagli Arruffapopolo.
L’oggetto della (dis)educazione è costituito dalle tematiche complesse che caratterizzano sempre più il nostro tempo.
Il destinatario della (dis)informazione è il popolo, che lo si blandisce riconoscendolo come “sovrano” ma che in realtà gli arruffapopolo non si fanno scrupolo di tentare di asservire e di “soggiogare”, come si fa con il più mansueto dei collaboratori dell’uomo in agricoltura: il bue.

Alla pandemia e alla filosofia dell’“uno vale uno” diffusa nella campagna contro i vaccini, ho già dedicato una postcard. Qui è utile ricordare soltanto un concetto elementare che vale, appunto, anche per gli altri due temi che svilupperò appresso: la conoscenza scientifica appartiene alle élites, non può essere “soggiogata” rimettendola al giudizio falsamente democratico del popolo sovrano.
“La scienza non è democratica” come afferma il Prof Burioni. “… i dati scientifici non sono sottoposti a validazione elettorale: se anche il 99% del mondo votasse dicendo che due più due fa cinque, ancora continuerebbe a fare quattro”.

L’atteggiamento di una buona parte del popolo verso la scienza è peraltro mutevole: ha virato, in breve tempo, dalla contestazione per i vaccini all’accettazione fideistica dei consigli dei virologi durante il lockdown. Abbiamo accettato di starcene chiusi in casa. Abbiamo reagito con orgoglio, fieri di essere italiani, cantando e sventolando il Tricolore dai nostri balconi.
Ma nella fase 2 appena iniziata, già si intravede qualche crepa su tanti balconi. Per la gita al mare e l’aperitivo,  2+2 forse ora fa 4,2 !!

Veniamo ai BTP Italia.
Con il ricordo, ancora stampato nella memoria, del Tricolore sui nostri balconi, e i battimani per i nostri eroi negli ospedali, anche il Governo si è lasciato andare, giustamente, all’invito patriottico di aderire in massa alla sottoscrizione del nuovo BTP Italia, interamente dedicato a riqualificare il nostro sistema sanitario nazionale, stremato dal Covid-19.
I “patrioti” che hanno aderito sono stati soltanto 383.966, un numero troppo esiguo se rapportato ai milioni che hanno manifestato sui balconi sventolando il Tricolore (anche se la maggioranza non apparteneva, probabilmente e purtroppo, ai Btp people).
L’importo sottoscritto è stato di 14 miliardi, modesto se raffrontato con la ricchezza finanziaria delle (fortunate) famiglie italiane pari a oltre 4.300 miliardi di cui ben 1.400 miliardi “dormienti” sui conti correnti pronti per essere investiti: un misero 1%.
Il collocamento è stato rubricato come un collocamento monstre, ma non è così. Non c’è traccia di patriottismo.
Direi il contrario.

Anche perché un raffronto impietoso va fatto con il vero obiettivo, non dichiarato ufficialmente: raccogliere almeno 36 miliardi dai privati, la cifra messa a disposizione dall’Europa allo 0,1% (cioè gratis) tramite il MES. Manca all’appello il 61% e cioè 22 miliardi. Altro che patriottismo, altro che abbandonarsi a tripudi. C’è un post su FB che riassume sinteticamente questo entusiasmo: “…gli Italiani stanno finalmente capendo che investire sul proprio debito può essere un grande affare…. Ricompriamo il nostro debito”. La conclusione: “Questa non è Europa ma è una schifezza da cui non uscire… ma da cui scappare”.

Forse ci si dimentica di un numerino. Il nostro debito ammonta a oltre 2.400 miliardi. Quanti patrioti servirebbero? Non siamo stati nemmeno in grado di sostituirci al tanto contestato MES per la cifra ridicola di 36 miliardi!
In questo caso 2+2 fa 2,5 !!

Infine l’Europa.
Dopo aver garantito a tutti i paesi del continente un periodo di pace mai sperimentato prima, oggi l’Europa tiene in vita l’Italia con una respirazione …bocca a bocca, nonostante il …social distancing!
Su questo argomento il popolo ha uno spazio maggiore per esprimersi, se i temi sono quelli della sicurezza sociale, della disoccupazione, dell’immigrazione, dell’ambiente, del modello di sviluppo da perseguire, etc. Tuttavia negli ultimi anni una schiera di politici arruffapopolo ha ridotto il tema europeo alla carenza di solidarietà da parte dell’Europa, strumentalizzando argomenti tecnici, che il popolo non può oggettivamente seguire, per suonare la marcia di Italexit.
L’Europa va riformata, migliorata ma né affossata né abbandonata.
Forse l’Italia non ha ampie aree di miglioramento che richiedono profonde modiche strutturali? Basta osservare, da ultimo, la rissa perenne tra Regioni e Governo Nazionale e anche tra le Regioni stesse.
Forse l’Italia esce… dall’Italia? Se non fosse provocatorio e oltraggioso potrei sostenere questo astruso progetto, ma occorrerebbe sapere dove andare. Io avrei un suggerimento.

I temi tecnici.
Il nostro debito pubblico, già oggi pericolosamente avviato al degrado di junk bonds diventerebbe vera spazzatura con l’Italia fuori dall’Europa e non ci sarebbero certamente patrioti sufficienti pronti a sacrificare 2.400 miliardi, o anche solo la metà.
BTP Italia docet.
Anche qui una folta schiera di politici arruffapopolo sbandiera un rudimentale sovranismo e baldanzosa capacità di fare da soli.
Il nostro debito viene comprato perché rende di più perfino di quello della Grecia e gli investitori sanno di poter contare oggi sull’ombrello della BCE e, augurabilmente, su nuovi strumenti europei (sic !) come il Recovery Fund.
Per rimanere nella famiglia europea non è necessario scomodare un’ideologia, ma è sufficiente capire che è una questione di convenienza e sopravvivenza.
Qui molto spesso 2+2 fa -5

Danilo Battistelli, Italiano, è nato a Gubbio nel 1948. Si è laureato nel 1972 a Siena (cum Laude) in Economia, con una Tesi sull’Unificazione Monetaria Europea.
Ha svolto la sua attività professionale nell’area finanza in Italia, in collegamento costante con Parigi, Bruxelles, Londra e Francoforte. Dopo essere stato Direttore Generale di CC&G SPA, facente parte del Gruppo Borsa Italiana e dal 2007 del London Stock Exchange Group, ha terminato la sua carriera a Francoforte presso la Banca Centrale Europea.

Oggi si dedica al suo hobby principale, il Bridge, a cui ha dedicato anche due libri di successo.