Un viaggio nel Bridge – 2 –

by Danilo Battistelli, exclusive for The diagonales

Siamo partiti domenica scorsa, 9 agosto, per un viaggio di cinque tappe nel mondo del Bridge. La guida (che sarei io) ha scelto un percorso progressivamente impegnativo.
Questa prima tappa è breve e pianeggiante, serve da “riscaldamento”.
Chi ha già praticato molti esercizi (sic!)  sarà tentato di saltare direttamente alla fine.
Sarebbe inopportuno.
In questa tappa ci sono tre passaggi molto semplici, ma spesso trascurati. Eppure da lì sgorga il fiume di regole che troppo di frequente inonda l’emisfero sinistro del cervello, si abdica al ragionamento e degrada il livello dei linfociti T CD-4…

2LA FILOSOFIA DEL BRIDGE

Qualche anno fa è successo un fatto nuovo. Uno di quelli che lasciano un segno nella vita, arricchiscono la mente e ti fanno conoscere un Gruppo di Amici a cui è successa la stessa cosa.

Abbiamo incontrato il Bridge.

È sorprendente come persone provenienti da esperienze profondamente diverse – Fisici, Artisti, Matematici, Insegnanti, Concertisti, Economisti, HR Manager, Brokers, Commercianti, etc.… si siano subito sintonizzate e abbiano sviluppato una comune passione per questo straordinario gioco che, se lo conosci, non lo abbandoni più.

Ci sono modi e sfumature diverse per apprezzarlo e lasciarsi rapire: c’è chi ama la competizione, chi si esalta nel gioco della carta ricordando e commentando la sequenza delle 52 carte giocate, chi si appassiona allo studio inesauribile delle tante convenzioni ideate dai grandi campioni, chi ama soprattutto il dialogo con il partner che inanella una catena di considerazioni logiche e deduttive e obbliga a prendere decisioni rapide.
Questo piacere rischia a volte di infrangersi contro un vetro di cristallo posto alla metà del tavolo.

Accade se dall’altra parte del tavolo il Partner non ha condiviso lo studio dello stesso Sistema. Oppure se lo ha addomesticato e piegato al suo (presunto) intuito con scelte riduttive/espansive personali che ne hanno scardinato la capacità di dar vita ad un dialogo razionale, silenzioso e forte che faccia andare a braccetto i neuroni della coppia. I miei Appunti hanno proprio questa finalità: favorire lo sviluppo di un’intesa non fantasiosa e occasionale ma strutturata sulla base di conoscenze basilari, sufficienti per giocare con piacere e soddisfazione e comunque necessarie per affrontare lo studio di licite più aggressive e competitive, che sono presentate nel secondo libro

Gli Appunti sono rivolti sia a Principianti ambiziosi di imparare a ritmo serrato, decisi fin dall’inizio a perseverare nel farsi conquistare dal Bridge, sia ad Allievi desiderosi di rivedere e riorganizzare le loro conoscenze basilari, talvolta snaturate dall’uso improprio di sofisticate convenzioni.

William Glasser, psicologo americano – uno dei capiscuola del pensiero positivo – sostiene che noi impariamo il 10% di quello che leggiamo e, all’opposto, il 95% di ciò che insegniamo a qualcun altro.

Quindi la rielaborazione e risistemazione didattica dei miei Appunti premierebbero soprattutto me, ma io intendo sfidare Mr. Glasser e sono fiducioso che dalla lettura del mio libro – se fatta con impegno e continuità – imparerete molto più del 10%.

Il mio obiettivo – negli Appunti – è di illustrare pochi princìpi base da cui discendono centinaia di regole. Quest’ultime sono da dimenticare dopo aver preso dimestichezza, al tavolo verde, con il ragionamento che discende dai princìpi appresi.
In questa Postcard focalizziamoci su tre punti basici:

  • La struttura della Dichiarazione
  • Lo Scopo della partita
  • I Requisiti per una dichiarazione di apertura

Per procedere speditamente nella lettura è necessario avere almeno alcune nozioni elementari e qualche dimestichezza con i termini tecnici.

STRUTTURA DELLA DICHIARAZIONE
Con la Dichiarazione (o Licita) di apertura le informazioni cominciano a defluirein una direzione ben precisa: dall’Apertoreverso il Rispondente e continueranno a proseguire nella stessa direzione (e non nella direzione contraria!).

Questo è un concetto che deve essere acquisito immediatamente con estrema chiarezza: l’Apertore fornisce al suo compagno – il Rispondente – le informazioni che gli sono richieste. Sono due ruoli ben distinti. Il Rispondente è il Capitano del dialogo e l’Apertore un suo Subordinato che “a domanda risponde”

La Dichiarazione non è un passaggio del gioco né spontaneo né intuitivo.

Il dialogo della coppia deve essere reciprocamente comprensibile e basato su un “Sistema” di accordi razionale e probabilistico con cui “raccontarsi” la propria mano. Un Sistema Dichiarativo articolato e concatenato altro non è che un linguaggio codificato.

Il nostro Sistema è un “Sistema Lungo-Corto, a Base Naturale, Quinta Nobile, Quadri Quarte e Fiori    di Preparazione” o molto più semplicemente: “Quinta Nobile Quadri Quarte”.

Qualunque Sistema ha a disposizione soltanto i 38 (35+3) cartellini del vostro bidding box per poter “raccontare” tutte le possibili smazzate in cui ogni volta si distribuiscono al tavolo, in maniera unica e irripetibile, le 52 carte tra i quattro giocatori.

Ogni Sistema (uno qualunque è valido, purché condiviso dalla coppia) adotta pertanto semplici e rigorosi algoritmi basati sulla probabilità statistica che la proposta di volta in volta sia quella corretta e segua un percorso razionale. I Sistemi a disposizione sono il frutto di anni di studio e sono basati sull’esperienza di migliaia di giocate di tanti campioni.

Un Sistema va dapprima compreso e poi rispettato e accettato, soprattutto nei primi anni di gioco. Troppo spesso un Sistema viene invece mozzato, modificato, ridotto se non stravolto,  approdando ad un insieme di comportamenti disarticolati che sono l’opposto di un Sistema. Trascurare – o peggio ancora rinnegare – questo principio è origine certa di molteplici e durevoli errori: il dialogo – che è lo zoccolo portante e divertente del Bridge – fallisce sul nascere e crolla l’intera architettura di un Sistema Dichiarativo.

Se il vostro compagno vi dice che lui preferisce affidarsi alla sua autonoma capacità di “leggere” le proprie carte e di fare dichiarazioni di volta in volta spontanee ed istintive (che ritiene geniali) che voi dovreste intuire, piuttosto che “affidarsi pedissequamente alle noiose Regole, avete a disposizione due sole possibilità per risolvere il caso:

  • cercare di acculturarlo con solide argomentazioni (che acquisirete studiando i miei Appunti),
    oppure
  • cambiare compagno (con garbo, cortesia e anche umiltà) spiegando semplicemente che … non lo capite e non vi divertite!!

SCOPO DEL GIOCO
Nel Bridge ogni giocata costituisce una presa quindi le 13 giocate, in cui si compone una mano, formeranno 13 prese. Di volta in volta ogni presa sarà vinta da una delle due coppie di giocatori. L’obiettivo di ciascuna coppia è di vincere il maggior numero possibile delle 13 prese.

In estrema sintesi possiamo dire che il Bridge è un gioco di Coppia e di Prese.

Nel Bridge c’è un ordine di priorità nei contratti che la coppia deve ricercare per aggiudicarsi il maggior numero di prese e che il Sistema aiuta a trovare:

  • 1^ scelta: contratti ad Atout nei colori Nobili di Cuori o Picche – obiettivo primario
  • 2^ scelta: contratti a Senza Atout (SA)
  • 3^ scelta: contratti ad Atout nei semi minori, a Fiori o a Quadri

Il fatto che nel gioco ad Atout si realizzino statisticamente, a parità di carte, più prese rispetto al gioco a SA, rende questo tipo di gioco preferibile rispetto a quello a SA.

Questa asserzione è tuttavia valida giocando ad Atout nei colori Nobili di Cuori o Picche, dato il guadagno che questi semi offrono in termini di punteggio,    ma molto meno valida per i colori minori (Fiori e Quadri), che vengono invece scelti soltanto proprio quando    si è escluso di giocare ad Atout nei Nobili, oppure a SA.

Corollario: l’obiettivo primario di ciascuna coppia è la ricerca del FIT nei colori nobili per giocare ad Atout a cuori o a picche

  • Requisiti – il Punto di vista dell’Apertore

La scelta se fare una dichiarazione di apertura o passare dipende dalla “forza” della mano. La forza è una specie di termometro statistico che misura in modo grossolano la capacità di una mano di aggiudicarsi delle prese. Per valutare tale capacità normalmente si usa il metodo Milton Work (dal nome dell’americano che lo ha introdotto) che consiste nell’attribuire un valore convenzionale alle quattro carte più alte di ciascun seme (i cosiddetti Onori) che per comodità si riporta: Asso 4 Punti / Re 3 Punti /Donna 2 Punti / Fante 1 Punto

Ne deriva che i Punti Onore (p.o.) complessivi di ciascuna smazzata ammontano a 40. Con una distribuzione perfettamente equa, ad ogni giocatore spetterebbero 10 punti e a ciascuna coppia 20. Se una coppia possiede più di 20 p.o. potrà realizzare un maggior numero di prese degli avversari.

Per aprire è allora necessario avere un po’ più della media: almeno 12 punti.

K64   A7432   73  KQ9                12 punti: si apre

K6    Q85   QF1042  K98             11 punti: si passa

Il numero di prese che una coppia può (con ragionevole probabilità) realizzare è rappresentato nella seguente tabella. È importantissimo farla immediatamente propria, individuando soprattutto le fasce di forza che consentono di realizzare contratti di manche o di slam.

 Prese Prese
Puntia SAad Atout in FIT 
21-22    7      8 
23/24    8      9 
25/26    9      10contratti di manche
27/28   10      11 
32       12piccolo slam
33   12 piccolo slam
36       13grande slam
  • Il livello dell’apertura è determinato esclusivamente dalla forza:
  •  0 – 11 Punti: si passa
  • 12 -20 Punti: si apre a Livello 1: 1♣, 1♦, 1♥, 1♠, 1SA
  • 21 + Punti: si apre a Livello 2:     2♣, 2♦, 2♥, 2♠, 2SA

Nel Bridge ci sono sempre delle eccezioni.  Con alcune Distribuzioni e con Forza inferiore a 12 p.o. si può aprire a livello di tre, o di quattro, o di cinque. Sono aperture in Barrage (sbarramento). Data la loro peculiarità e fascino le rappresenterò nella Postcard di domenica prossima.

  • Il tipo di apertura è invece in funzione della   Distribuzione che costituisce il cardine della licita.

La Distribuzione è data esclusivamente dalla lunghezza di ciascun seme in cui si raggruppano le 13 carte di un giocatore. Per inciso né la forza né la collocazione degli Onori ha alcuna rilevanza sulla individuazione della Distribuzione posseduta. Ci sono due grandi categorie di Distribuzioni:

  • Bilanciate: 4-3-3-3; 4-4-3-2 e 5-3-3-2 (quest’ultima chiamata anche Semi bilanciata ma a tutti gli effetti è trattata come una bilanciata). Hanno un’incidenza statistica del 48% dei casi.
KQ42AK8987QF7 Bilanciata4-3-3-3
KQ42AK8576465Bilanciata4-4-3-2
AKQ42876F9697Bilanciata5-3-3-2

tutte le altre sono:

  • Sbilanciate:
    • Bicolori: hanno un seme di almeno 5 carte e soltanto un altro seme di almeno 4 carte. Hanno un’incidenza statistica del 36% dei casi:
♠QF67  ♥7   K43   ♣KQF64  

Bicolore 5-4-3-1

  • Monocolori: hanno un seme di almeno 6 carte   e la mancanza di semi con 4 o più carte. Hanno un’incidenza statistica del 12 % dei casi
KQF984  876  AQ  69 

Monocolore 6-3-2-2

  • Tricolori: piccola tricolore:4-4-4-1; grande tricolore: 5-4-4-0

hanno tre semi di almeno 4 carte. Incidenza statistica 4% dei casi

AK32♥7653 QF32♣A

                                  Tricolore 4-4-4-1

98742♥AK53 AQF3♣=

                                   Tricolore 5-4-4-0

Un consiglio: per una corretta valutazione della mano, quando aprite le vostre carte guardate subito la Distribuzione e soltanto dopo contate i punti. Vi sarà molto utile quando imparerete dichiarazioni sofisticate e convenzionali, governate proprio dalla Distribuzione.

Arrivederci a domenica prossima


Danilo Battistelli, Italiano, è nato a Gubbio nel 1948. Si è laureato nel 1972 a Siena (cum Laude) in Economia, con una Tesi sull’Unificazione Monetaria Europea.
Ha svolto la sua attività professionale nell’area finanza in Italia, in collegamento costante con Parigi, Bruxelles, Londra e Francoforte. Dopo essere stato Direttore Generale di CC&G SPA, facente parte del Gruppo Borsa Italiana e dal 2007 del London Stock Exchange Group, ha terminato la sua carriera a Francoforte presso la Banca Centrale Europea.

Oggi si dedica al suo hobby principale, il Bridge, a cui ha dedicato anche due libri di successo.