Pandemia, Libertà & Democrazia

by Danilo Battistelli, exclusive for The diagonales

Ieri, un amico lettore dei miei articoli e delle postcards, mi ha inoltrato un video con un invito: “Sarebbe bello un tuo pensiero al riguardo”.
Il video riguarda un intervento di 15 minuti in Parlamento dell’On. Vittorio Sgarbi. Il punto all’ordine del giorno in discussione era la riapertura delle scuole. Sgarbi ha spaziato toccando temi più ampi, pur collegati.

La sintesi con cui il mio Amico chiede di esprimermi non mi consente di intuire qual è il suo pensiero tanto meno di intuire se il mio concorderà con il suo. Lo scoprirò oggi. Non è certo per piaggeria che dò seguito al suo invito. Questa mia nota è a lui dedicata.

Premessa: La mia riflessione non è su chi ha fatto delle affermazioni ma sui princìpi che sono stati affermati.

Leggendo la sintesi del mio curriculum a fondo pagina si evince che io sono un economista, di formazione e per professione. Abitualmente scrivo soltanto di economia e finanza (a parte il bridge che è il mio hobby preferito). Perché allora avventurarmi in questioni di sociologia che poi diventano automaticamente temi politici?

Perché l’economia è nata come scienza sociale. Basti pensare ai classici dell’ottocento: da Adam Smith a David Ricardo, da Karl Marx a Joseph Shumpeter, per arrivare poi a John M. Keynes e ai post Keynesiani. Successivamente la scienza economica si è quantificata con l’economia matematica e l’econometria, per studiare come allocare al meglio le risorse disponibili che, per definizione, non sono infinite e massimizzare la ricchezza prodotta.

Ma il tema di fondo rimane, appunto, sempre la produzione della ricchezza e la sua equa distribuzione. Quindi l’economia resta di fondo una scienza sociale.
Per questo motivo talvolta indulgo a scrivere anche di questioni sociali, consapevole che tutto il sociale non costituisce una scienza esatta e che, a prescindere dal rigore scientifico, dietro l’angolo si nasconde il bias, l’inclinazione, il pregiudizio che sono il risultato della vita vissuta e delle condizioni socio-economiche in cui la si è trascorsa.

La mia riflessione, per quanto possibile, non sarà condizionata dal mio bias.

L’oratore del video, forte della sua dialettica, ha parlato a braccio, grande merito, ma l’ordine e la sequenza logica del suo pensiero ne hanno sofferto.

Il video può comunque essere riassunto in quattro princìpi dominanti:

  1. L’esistenza o meno della Pandemia
  2. L’incapacità del governo a gestirla
  3. La limitazione indebita delle libertà personali
  4. L’impatto devastante sulla scuola chiusa e non riaperta senza validi motivi.

L’esistenza o meno della Pandemia.
Al riguardo sono rimasto letteralmente esterrefatto poiché vi ho trovato la filosofia dell’uno vale uno della prima ora dei grillini, e un’avversione tout court ai vaccini. Perché, si domanda l’oratore, attenderli se la Pandemia non c’è o – fa calare un dubbio – se c’è stata e ora non c’è più?
Possiamo dire che nemmeno la poliomielite o il morbillo non ci sono più nei paesi avanzati ma … solo grazie ai vaccini che ne hanno impedito il proliferarsi e la diffusione. Inoltre sostiene che la mascherina non ha alcun valore protettivo, averla imposta ha avuto solo l’effetto del bavaglio e, udite udite, solo quello di favorire gli interessi dei produttori (i poteri forti?). Ma il nostro oratore non ha alcuna simpatia politica per i grillini.  Casuale assonanza o contraddizione? Sicuramente l’assonanza la si ritrova in toto, purtroppo, con le simpatiche follie carnevalesche del Generale Pappalardo, capo dei Forconi e dei Gilet arancioni. E pensare che l’Arancione è il colore scelto dai monaci buddisti che (al di là del credo religioso) incarnano la pace e la meditazione!  Ma nemmeno qui c’è comunanza politica.

L’incapacità del governo a gestirla.
Il motivo addotto è uno: la politica del governo è stata succube del Comitato Tecnico Scientifico e, più crudamente, di stregoni (sic!) anziché essere guidata dai parlamentari e dalla politica. Mancanza di tempestività, democrazia e chiarezza, sono alcune delle colpe addebitate. Mi sovvengono due riflessioni.

La prima: se in occidente c’è un Paese libero e democratico questo è senza dubbio alcuno il Regno Unito, dove è nato il primo Parlamento. Ebbene, un governo guidato dai conservatori, con un Primo Ministro non solo liberal ma addirittura libertario, ha preso tutte le decisioni in tema di Covid-19 sentito il parere del suo Comitato Tecnico Scientifico, i cui esperti lo affiancano nel briefing che dà ogni giorno alla nazione. Cosa propone il nostro oratore per rimediare al (presunto) danno e riaffermare la supremazia della politica sugli stregoni? L’istituzione di una Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla falsa scienza che ha umiliato il politico!

La seconda riflessione arriva di conseguenza: immaginate di essere seduti in riva al mare e state facendo un sonnellino. Un bagnante sta per affogare a pochi metri dalla battigia e urla disperatamente. Il bagnino si avvicina e lo riprende: calma, parliamone senza urlare, discutiamone, sentiamo prima cosa ne pensa la Direzione della Spiaggia, perché così stai disturbando chi sta riposando! Come finirà? …

La limitazione indebita delle libertà personali.
Le libertà personali declinabili sono un numero infinito. Qui mi soffermo su due di esse che sono state espressamente menzionate nel video: quella di movimento/assembramento e quella di culto.
Ho la fortuna di essere anziano, di aver evitato il Covid-19 e di aver frequentato una scuola in cui già in quinta elementare mi hanno dato i primi rudimenti di educazione civica. L’insegnamento fondamentale ricevuto, quando il mio cervello era ricettivo e privo di qualunque bias, è riassunto nella frase: la libertà di ciascuno di noi finisce dove inizia quella dell’altro. Non me ne vorrà l’amico che mi ha girato il video, se cito questa elementare verità. Ma spesso non servono sofisticate elaborazioni di pensiero: la libertà di movimento è stata giustamente limitata perché avrebbe messo a repentaglio la libertà di ciascun individuo di vedere tutelata la propria salute; quindi la salute pubblica, la difesa del Servizio Sanitario Nazionale e anche la vita dei suoi operatori. A ieri i morti erano 33.689, l’elenco degli operatori sanitari che hanno dato la vita è dettagliato su internet.
Quanto alla privazione della libertà di culto, anche un uomo che indossava un abito nero bordato di rosso ha postato un video nelle settimane scorse e con tono da arruffapopolo ha intimato “Ma noi ce la riprenderemo” (sic!). Il giorno dopo un altro Uomo Vestito di Bianco, colore che rappresenta la pace e il dialogo, non l’arrendevolezza, né l’arroganza, ha pensato bene di invitare i fedeli a seguire le prescrizioni governative. Il 27 marzo scorso, un venerdì di quaresima, l’Uomo Vestito di Bianco pregò in una piazza deserta (sic!) di fronte al Crocifisso ligneo del ‘500 portato a San Pietro da San Marcello al Corso, Roma. Nel 1522 i romani lo portarono in processione per le vie di Roma per implorare la fine dell’epidemia della peste. Aggiungo soltanto che il picco dei contagi è stato registrato proprio il 27 marzo, poi ha iniziato a diminuire.

L’impatto devastante sulla scuola chiusa e non riaperta senza validi motivi.
Chi può negare che la scuola e la cultura in genere non solo passa attraverso, ma è imperniata sulla socialità e sul rapporto docente – discente? In gioventù sono stato prima innamorato della matematica, grazie ai meriti dell’insegnante, poi sono diventato un asino a causa di un successivo insegnante inadeguato.
Poteva mancare il richiamo all’Europa, convitato di pietra invisibile e muta? Rea di non aver elaborato una politica comune per la riapertura delle scuole nei 27 stati membri dell’Unione, alcuni dei quali orgogliosamente sovranisti. Un addebito divertente, se non fosse anche grottesco. Le nostre venti regioni, di cui cinque a statuto speciale, sulla gestione del Covid-19 si sono scontrate tra loro, tra loro e il Governo centrale e in Calabria anche tra alcuni comuni e la presidenza della Regione stessa. È dovuto intervenire il TAR per dirimere la lite.
Non avrei mai voluto trovarmi a dover prendere una decisione come quella della chiusura delle scuole e sulla qualità degli esami di fine anno. È da miopi però non riconoscere che la politica (il governo) ha fatto una scelta precisa, con libertà di non condividerla: ha perseguito la tutela della vita come bene supremo, così come previsto dal nostro ordinamento giuridico.  Mi preme qui ricordare un dramma concomitante. Molti degli alunni che non hanno frequentato le aule non hanno neppure avuto la possibilità di usare un PC o un Tablet, per sopperire a distanza a un succedaneo della scuola vissuta nelle aule.  Una gran parte di quegli studenti senza PC e senza Tablet domani vivrà, o sta già vivendo, anche il dramma dei genitori disoccupati, che hanno perso il lavoro o chiuso la loro già modesta attività.

E qui il mio bias verso l’economia chiude il cerchio, mio caro amico, perché mi risuonano nelle orecchie le parole del grande Antonello Venditti (anche la musica è una disciplina sociale e spesso è poesia): Certi amori non finiscono fanno dei giri immensi e poi ritornano” …

Danilo Battistelli, Italiano, è nato a Gubbio nel 1948. Si è laureato nel 1972 a Siena (cum Laude) in Economia, con una Tesi sull’Unificazione Monetaria Europea.
Ha svolto la sua attività professionale nell’area finanza in Italia, in collegamento costante con Parigi, Bruxelles, Londra e Francoforte. Dopo essere stato Direttore Generale di CC&G SPA, facente parte del Gruppo Borsa Italiana e dal 2007 del London Stock Exchange Group, ha terminato la sua carriera a Francoforte presso la Banca Centrale Europea.

Oggi si dedica al suo hobby principale, il Bridge, a cui ha dedicato anche due libri di successo.