Vite da restituire

by Claudia Sbarra, Italian, exclusive for The diagonales –

Quanto vale la vita umana?
Sempre meno, tragicamente questa realtà è sotto gli occhi di tutti. L’ennesima atroce pagina di storia che non meriterebbe neanche di essere raccontata alle generazioni future tanto è indegna, crudele e anacronistica.
Come può un uomo al potere pensare di arrogarsi il diritto di dichiarare guerra a una nazione senza pensare alle conseguenze che una tale aggressione ingiustificata può comportare dal punto di vista etico e morale? Siamo tornati indietro alle invasioni barbariche, le armi sono cambiate ma la bestialità è ancora più feroce. Si toglie la vita alle persone come se si fosse davanti ad uno schermo con dentro un video gioco aberrante. Colpire il bersaglio, demolire, distruggere, devastare, ma sono case reali, con dentro persone vere, bambini veri, anziani veri. Mi chiedo come si possa essere così spietati e l’unica spiegazione che riesco a darmi è perché si è perso il contatto con Dio. L’uomo ha deciso che può fare a meno di Lui, che la vita umana non vale niente. Si è sostituito a Lui, è diventato il Dio di sé stesso, si sente infallibile e depositario di tutte le verità.

Intorno ai tavoli si cerca di mediare per riportare la pace. Questa parola acquista la sua preziosa valenza solo quando la si è persa e la guerra ha avuto il sopravvento, si sono lasciate sul campo migliaia di vittime, non ci sono né vinti né vincitori. Tutti sconfitti agli occhi del mondo.
L’essere umano perde di significato di fronte ai biechi giochi di potere e agli interessi espansionistici, egemonici e finanziari. L’uomo, la sua anima, il suo esistere, non hanno più valore. Le lacrime delle donne e dei bimbi, gli unici diamanti preziosi che andrebbero raccolti e custoditi con cura, cadono a terra mischiandosi al sangue e ai detriti. I distacchi laceranti, gli abbandoni, le perdite, le devastazioni, i saccheggi, le bombe a grappolo, i carri armati che ingoiano le vetture in transito, scuole, chiese, ospedali colpiti, gente in fila a comprare il pane che diventa un tiro al bersaglio.

I sacrifici di una vita vanno in fumo, vengono cancellate quelle tracce terrene della propria identità e con loro si frantumano gli oggetti di tutti i giorni che hanno una storia e rimandano a ricordi di tempi felici che nessuno potrà più restituire. È troppo, è decisamente troppo e non provate neanche per un attimo a dire: Dio in tutto questo dov’è? Perché lo permette? Dio ci ha lasciato liberi, la nostra volontà possiamo esercitarla scegliendo in autonomia quale strada percorrere, quella sana che porta al bene o quella malata che porta alla desolazione e al nulla. Ma questa è storia vecchia e l’uomo sembra non volerla mai fare sua.
Cosa ci rimane se non pregare per quelli che ancora non credono, non sperano e non amano? Anche Dio da lassù ha provato a farsi uomo mandando suo figlio, vero Dio e vero uomo, per aprirci gli occhi e toccarci il cuore. Per insegnarci il rispetto e l’amore verso l’altro, per darci quei dieci comandamenti che sono alla base del poter vivere bene e in armonia, ma noi niente. Ha scelto per Lui persino una morte atroce, una morte per croce, per salvare l’umanità prendendo su di sé i suoi peccati. L’uomo però sembra essersene dimenticato o preferisce ignorarlo.

“Homo homini lupus” torna prepotentemente a galla e a Dio si voltano le spalle. Continuerà ad essere tollerante e benevolo o alla fine ci abbandonerà ai nostri destini e alle nostre nefandezze?
Certo allarga il cuore e tocca fino alle lacrime vedere con quale devozione il popolo polacco, nel centro di Varsavia, si è inginocchiato per recitare il Santo Rosario. Lo stesso vedere il popolo ucraino inginocchiarsi e pregare devotamente al passaggio di un auto nella quale era custodita l’Eucarestia che doveva essere portata e protetta in un bunker.
Chi conosce il valore della preghiera sa, quando ad essa si ricorre con fede, che si possono ottenere grazie insperate e cambiare anche il corso della storia. Così più volte ha suggerito di fare la preziosa Vergine Maria, madre di Dio e madre nostra, che ci invita a recitare il Rosario per scongiurare, in questa fase delicata, calamità peggiori. Chi se la sente lo faccia, chi non lo ha mai fatto è sufficiente rivolga al cielo un’esortazione sincera, di certo fidare esclusivamente nelle capacità diplomatiche e politiche dei capi di
stato potrebbe non bastare. Un intercessione dall’alto, che illumini tutti gli addetti ai lavori, potrebbe essere di grande aiuto.
È auspicabile, altresì, che oltre la pace sia garantita quella libertà di pensiero, di espressione e di informazione che contraddistingue e connota la democratica di un paese conferendo dignità agli individui.

Così come potrebbe essere di enorme utilità riservare alle donne dei ruoli più incisivi ai vertici del potere politico decisionale. La storia assumerebbe altri connotati e certamente sarebbe meno bellicosa, più riflessiva e ispirata. Le donne conoscono e sanno mettere in pratica concetti come armonia, condivisione, pianificazione, inclusione, trasparenza.
Lasciategli lo spazio e la scena che meritano perché dietro ad ogni uomo che scatena una guerra ci sono migliaia di donne che la devono subire e fronteggiare con armi più affilate delle loro, hanno i figli da proteggere a loro chi ci pensa?


Claudia Sbarra è nata a Roma dove tuttora vive. Ha conseguito una laurea in Lettere moderne (indirizzo antropologico) e a seguire un diploma di laurea in Riabilitazione motoria. Nel 2017 è stata pubblicata la sua prima opera A BASSA VOCE, nel 2019 IN CONFIDENZA, a breve ne uscirà una terza. Le piace indagare sui dubbi e le fragilità delle persone.