Di certo, il mondo non torna “in ordine” con un’azione di forza, concertata d’autorità; perché un ordine umanamente plausibile del conoscere e dell’esperire, non si impone con atti di violenza epistemica operati in gran fretta sull’imponente movimento caotico, sull’imprevedibile movimento differenziato, ordinato e disordinate, che corrisponde a tutto ciò che emerge, circola e confluisce nell’inarrestabile marea della cultura di tutti, ovunque.